20 febbraio 2006

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Gli ultimi giorni sono stati un delirio di sfighe e sfacchinate. Esaurito dalla gestione degli spostamenti di Cososhenko, un po' provato dalle sfighe raccontate qualche giorno fa, consapevole che i problemi organizzativi stanno aumentando invece che diminuendo con l'inizio della seconda settimana olimpica, mettendo a dura prova la nostra pazienza e quella dei clienti (che poi si lamentano con noi visto che siamo sempre a stretto contatto) sabato sera accolgo la fidanzata anch'essa provata dal un abominevole viaggio in treno. Nelle trentasei ore successive mettiamo insieme diversi chilometri a piedi, una sbronza, una notte bianca, un ritorno in taxi visto che i promessi pullman erano inesistenti, lo smarrimento del cellulare nel taxi, il ritrovamento del cellulare grazie ad una supergentilissima coppia Romano-Sabauda, una gara olimpica, 4 ore di sonno ed una doccia. Tutto molto bello (tranne lo smarrimento del cellulare) ma terribilmente stancante.
Alle 13 di ieri lascio la fidanzata al treno che la riporterà verso casa e comincio immadiatamente l'ennesima ventiquattrore con l'Ucraino. Che essendo ormai preda della sindrome di Fantozzi comincia immediatamente con una nevicata che si protrarrà fino a sera. La Croma farà anche schifo ma con le gomme da neve "va da dio" anche con i 3/4 cm di neve che ieri sera imbiancavano Torino. Ovviamente durante la giornata e fino a tarda notte una serie di disguidi che mi hanno messo grandemente in imbarazzo con Cososhenko si sono succeduti a catena. Triste pensare che tutti questi disguidi si potevano tranquillamente evitare con un pelo di buonsenso e organizzazione. Si poteva evitare di mettere in un parcheggio persone che non hanno la minima idea di cosa succede li (suggerimento! Si parcheggiano le macchine), si poteva evitare di far camminare un povero Cososhenko per un chilometro sulla neve bagnata con le scarpe di gran gala (stamattina l'ho dovuto accompagnare a ricomprarle perchè si sono rovinate completamente), si poteva evitare di telefonarmi e farmi discutere al telefono in sua presenza.
Non so se si è capito ma non sono molto contento di questa evoluzione dell'organizzazione negli ultimi giorni. Ed è ancor più triste osservare che la maggior parte dei problemi sono creati da volontari con la sindrome del caporale, che presidiano la postazione e seguono rigidamente le direttive senza minimamente pensare che sono li per soddisfare le esigenze delle persone implicate a vario titolo (dagli spettatori ai dirigenti, dagli atleti agli albitri) in questi giochi olimpici. E come si discute con un caporalmaggiore che nel cervello ha solo l'eco della propria insignificante importanza?
Fino a domani riposo, si riprende nel pomeriggio.

2 Comments:

Blogger SacherFire said...

Ricorda e ripeti: sono un volontario entusiasta! sono un volontario entusiasta! sono un volontario entusiasta!
(= non ci puoi rompere se qualcosa va storto, siine felice, siine ;-PPP)

23:38  
Anonymous Anonimo said...

Da' un uniforme a un italiano, si trasformerà in un gerarca in men che non si dica.

18:03  

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